Ho perso le parole
non potevo non dedicare un post su questo blog al monumento di SBT...
a ETTORE
e allora riprendo alcune email perchè rimanga un segno del suo passaggio...
non so come dire o trovare le parole però mi sembrava che anche voi lo doveste sapere,
ieri mattina ETTORE è morto...la prossima estate a sbt non sarà come le altre almeno per me...mi mancherà da morire
un bacio a tutti
Sara
Quello che vuol dire per me lo potete intuire tutti. L'ho saputo Sabato e l'incazzatura che avevo per via della partita persa dal Frosinone contro il Napoli, è andata via immediatamente per far posto alla tristezza. Se ne è andato un grande, da molti considerato un buffone ma che era simpatico ed amava stare tra la gente anche tra i più piccoli come sappiamo bene io e mio cugino David che, all'età di 10 anni, giocavamo a a pallone con lui in acqua. Credetemi quando vi dico che ancora non riesco a crederci e che sono realmente sconvolto, soprattutto per come è venuto a mancare. Mi mancherà tantissimo e la prossima estate avrò un tonfo al cuore quando passerò da quelle parti e non sentirò più qualcuno che mi chiama o qualcun altro che mi dice "Non ti sedere lì....quella è la sdraio di Ettore e si incazza se ti trova seduto!!!". Non sarà più la stessa cosa giocare a bocce o assistere alle partite perchè lui non ci sarà. Non sarà più la stessa cosa San Benedetto e lo dico realmente. Credo fosse una persona molto conosciuta e "famosa" anche per chi non ha, forse, mai parlato con lui ma sentiva, da noi, parlare di lui. E, a prescindere da tutto quello che si poteva dire di lui, da quello che si poteva pensare, dai suoi difetti (che erano molti e riconosciuti anche da chi, come i suoi familiari, non lo hanno mai apprezzato fino in fondo), l'ho sempre considerato una persona buona.
In questi casi è molto facile cadere nel luogo comune, nel ridicolo,
essere patetici fino all'ossesso, dire sempre le stesse cose ecc..
Io spesso sono contrario all'esternazione in rete di emozioni.
Bene, correrò tutti questo rischi.
Anch'io come tutti, l'ho saputo sabato. E ho pensato esattamente
già quanto è stato scritto e ripetuto.
Per chi conosce bene San Benedetto, sa bene che questo luogo che per
molti di noi è un qualcosa di importante, da anni non ha più il sapore
magico di un tempo, ma lui c'era, tutti noi cambiavamo, ci aggiornavamo,
ma lui era sempre lo stesso. Noi, grandi e piccini, in qualche anno,
abbiamo fatto delle scelte diverse, avevamo altri pensieri, altri concetti
con l'andar del tempo,il tempo modificava le opinioni di tutti, ma lui era
sempre lì, con quella cresta riccia. Imperturbabile.
Diaciamola tutta,nel nostro immaginario collettivo rappresentava una colonna,
un guru da vecchi tempi. Deriso da tutti, ma al tempo stesso rispettato
e ora compianto dagli stessi.
L'ultima volta che l'ho visto è stato proprio quando siamo andati a Sbt
l'8 dicembre.Ci eravamo già salutati tutti, siamo passati al conad prima
di ripartire e Claudio mi fece notare un distinto ed elegante signore con
occhiali scuri impelagato e arrovellato tra le varie marche di surgelati,
che si girò con sguardo e fare stralunato, accennando a un tenero sorriso
mentre noi eravamo già fuori dall'altra parte della vetrina..
Hai ragione Paolo. Io, però, se ricordi bene lo andai a salutare e parlammo per qualche minuto. Alla fine il suo saluto fu il solito: "Allora, stammi bene, salutami papà e, al più tardi ci vediamo st'estate"....e, invece, non lo rivedrò, anzi non lo rivedremo, più.
Ringrazio Paolo per avermi inoltrato questa email, altrimenti forse avrei saputo al più quest'estate quello che, seppur senza fare il nome, si capisce perfettamente dalla sua sentita email.
Cerco dopo un pò di tristezza di mutare il mio volto in un sorriso pensando alle cose belle che la mia memoria ha trattenuto, per questo mi sento solo di pensare, sorridendo, alla "sassata", quella che non gli riusciva, ma che quando riusciva trafiggeva tutti. Quello che già era un mito, ora è leggenda.
Un abbraccio a tutti.
David
nella mia memoria sono due i ricordi che non riesco a cancellare:
1) Durante le partite a bocce il suo "Al BACIO" .....
2) e poi quando diversi anni fa presa una signora in faccia con una pallonata con una delle sue "Sassate riuscite male"
Un abbraccio grande ETTORE
Caro Piero,
questa è una provocazione. Non so se la signora è la stessa, ma vorrei ricordare la legge "è vietato giocare a pallone sulla spiaggia, ma non in acqua" con la quale si giustifico dopo aver colpito una signora che entrava a fare il bagno e la stessa signora quando è uscita, il tutto assolutamente con "sassate" e in modo del tutto casuale.
Un saluto a tutti, David
Hai ragione Paolo. Io, però, se ricordi bene lo andai a salutare e parlammo per qualche minuto. Alla fine il suo saluto fu il solito: "Allora, stammi bene, salutami papà e, al più tardi ci vediamo st'estate"....e, invece, non lo rivedrò, anzi non lo rivedremo, più.
Ringrazio Paolo per avermi inoltrato questa email, altrimenti forse avrei saputo al più quest'estate quello che, seppur senza fare il nome, si capisce perfettamente dalla sua sentita email.
Cerco dopo un pò di tristezza di mutare il mio volto in un sorriso pensando alle cose belle che la mia memoria ha trattenuto, per questo mi sento solo di pensare, sorridendo, alla "sassata", quella che non gli riusciva, ma che quando riusciva trafiggeva tutti. Quello che già era un mito, ora è leggenda.
Un abbraccio a tutti.
David
nella mia memoria sono due i ricordi che non riesco a cancellare:
1) Durante le partite a bocce il suo "Al BACIO" .....
2) e poi quando diversi anni fa presa una signora in faccia con una pallonata con una delle sue "Sassate riuscite male"
Un abbraccio grande ETTORE
Caro Piero,
questa è una provocazione. Non so se la signora è la stessa, ma vorrei ricordare la legge "è vietato giocare a pallone sulla spiaggia, ma non in acqua" con la quale si giustifico dopo aver colpito una signora che entrava a fare il bagno e la stessa signora quando è uscita, il tutto assolutamente con "sassate" e in modo del tutto casuale.
Un saluto a tutti, David
No, attenzione.
Qui si dimentica il "mi dispiace", frase a dir poco epica con la quale
inaugurava tutte le leggendarie partite di bocce, salutando con una stretta
di mano il malcapitato avversario, sconfitto in partenza.
Almeno eticamente.